Decreto del Presidente della Provincia di Arezzo n. 181 del 26.08.2014; richiesta eliminazione obbligatorietà di attuazione degli interventi di controllo sul cinghiale da parte delle squadre di caccia al cinghiale della provincia di Arezzo.

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Enalcaccia Toscana

logo enalcacciaEgregio Presidente, egregio Segretario Generale,

abbiamo preso visione del Decreto del Presidente della Provincia di Arezzo n. 181 del 26.08.2014; comprendiamo la necessità di tale provvedimento, in virtù del verificarsi degli ingenti danni che la popolazione di cinghiale arreca alle produzioni agricole e del pericolo che la specie provoca per la sicurezza stradale.
Da sempre, la scrivente associazione ha sostenuto l’ unificazione dell’ apertura generale della caccia, allo scopo di evitare la concentrazione di tutti i cacciatori a praticare la caccia a selvaggina già di per se poco presente sul territorio (fagiani, starne, pernici rosse), favorendone una repentina rarefazione.
Abbiamo però condiviso negli anni la necessità di anticipare ai primi di settembre l’ esercizio della caccia al cinghiale in battuta , proprio per i motivi riferiti in premessa, nella speranza di riportare a livelli di normalità la presenza di questa specie.
Lo stesso Decreto, che non è stato oggetto di concertazione, stabilisce l’ obbligo, per le squadre di caccia al cinghiale operanti nei tre A.T.C. di questa Provincia, di attuare puntualmente tutti gli interventi di controllo della popolazione adottati dalla provincia di Arezzo, stabilendo inoltre l’ applicazioni di sanzioni per coloro che non rispettano tale obbligo.
E’ bene ricordare che i cacciatori, supportati dalle loro associazioni, sono maturati negli anni ed hanno compreso, senza imposizioni, la necessità di limitare la presenza dei cinghiali sul territorio; oggi possiamo affermare che le squadre di caccia al cinghiale della provincia di Arezzo, hanno lavorato con responsabilità, tanto e bene, dando risposte immediate a Codesta Amministrazione, agli ATC, al mondo agricolo, rendendosi sempre disponibili ad intervenire la dove si verificava la necessità e prestando mano d’ opera nell’ installazione dei sistemi di prevenzione. Tutto ciò senza obblighi previsti da nessuno ma solo per una maturata responsabilità. Maturata responsabilità che le squadre avrebbero onorato anche in questa occasione, attuando gli interventi previsti dal succitato decreto, anche se lo stesso non ne prevedeva “l’ obbligo”, imposizione che mal si accetta perchè la caccia non è un lavoro ma semplicemente una passione, espressione di libertà.
Alla luce di quanto sopra, chiedo una revisione del Decreto in argomento, tanto da prevedere l’ eliminazione dell’ obbligatorietà da parte delle squadre di caccia al cinghiale di attuare puntualmente gli interventi previsti dallo stesso decreto.
Distinti saluti,
Il Presidente Provinciale
F.TO Iacopo Piantini